L’OGGETTISTICA: GIANCARLO GHEDA

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Certo un oggetto può piacere anche per se stesso,
per la diversità delle sensazioni gradevoli che ci suscita in una percezione armoniosa; ma ben più spesso il piacere che un oggetto ti procura non si trova nell'oggetto per se medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d'immagini care. Né noi lo percepiamo più qual esso è, ma così, quasi animato dalle immagini che suscita in noi o che le nostre abitudini vi associano. Nell'oggetto, insomma, noi amiamo quel che vi mettiamo di noi, l'accordo, l'armonia che stabiliamo tra esso e noi,
l'anima che esso acquista per noi soltanto e che è formata dai nostri ricordi.

(Luigi Pirandello)

Giovanni Gheda, Giancarlo per gli amici. Quando sei entrato a far parte dei Teatrabili? Dicono di te che tu sia un membro storico...
Esatto, sono entrato nel lontano 1992, per puro caso. La mia morosa del momento recitava qui e allora io decisi di scendere in strada con loro. Iniziai così, facendo quello di cui c'era bisogno: reggere il microfono, controllare le cose, piccole cose insomma...

E ora?
Ora sono il responsabile dell'oggettistica.

Cioè?
Il mio compito ė quello di reperire tutto il necessario a creare una scenografia appropriata, tutti quei singoli oggetti ai quali magari non facciamo caso quando guardiamo un film perché siamo abituati a vederli in quel posto in quel momento, ma che sono fondamentali per conferire realtà e credibilità a una certa scena. Mi occupo di procurare, ordinare e adoperare gli oggetti presenti sulla scena in base alle indicazioni del copione e del regista. Inoltre....ho anche avuto un piccolo ruolo in Milano Trema Ancora.

Che ruolo?
Sarò Andrea, aiutante del commissario. Spero di riuscire a farlo al meglio, anche perché non ho alcuna esperienza nella recitazione. Sarà una prova con me stesso, mettersi in gioco di nuovo.

Il responsabile dell'oggettistica ė una figura spesso dimenticata ma fondamentale. Ormai sono più di vent'anni che lavori in una troupe cinematografica...se dovessi attribuire alla figura professionale che ricopri uno strumento, quale gli daresti?
Il triangolo. Sceglierei questo strumento così particolare perché sai, con quel sul suono acuto, segna spesso la fine di una musica. E se si è arrivati li significa che tutto ė andato bene ed ė finita per il meglio.

Foto di Micaela Candrilli