INTERVISTA A MASSIMO COSTA


Oggi intervistiamo Massimo Costa, il mitico Pippo di "Camera caffè". In "Milano Trema Ancora: la giustizia ha le ore contate" interpreta Carlo Massi, un malandrino di mezza tacca con il vizio del gioco d'azzardo. Massimo ci racconta delle sue esperienze professionali e di come ha abbracciato il cinema indipendente...

INTERVISTA A MANUEL PAROLETTI


Oggi la nostra Giulia intervista Manuel Paroletti, che in “Milano Trema Ancora: la giustizia ha le ore contate” interpreta un padre alle prese con il figlio rapito. Manuel ci ha raccontato moltissime cose interessanti, incluso il perché ha accettato un ruolo nel nostro film...Buona visione!

INTERVISTA A GABRIELE STOPPA


Oggi la nostra Giulia Betti intervista Gabriele Stoppa, attore nel film “Milano Trema Ancora: la giustizia ha le ore contate”, la nuova produzione della nostra associazione.

LA FOTOGRAFA DI SCENA: MICAELA CANDRILLI

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Micaela, sei giovanissima e già ricopri un ruolo molto importante all’interno de I Teatrabili. Come sei entrata a contatto con questa organizzazione?
Tutto è cominciato quasi per caso, con un LIKE al post pubblicato dalla segretaria di Edizione su Facebook. Lo staff era alla ricerca di nuove figure professionali e la proposta mi sembrava estremamente stimolante. Così, decisi di contattarla per chiederle informazioni a riguardo.. dopo un colloquio con Rocco Alvaro, l’organizzatore generale, divenni membro della troupe a tutti gli effetti. Non persi tempo, misi in pratica le mie capacità sul set già al primo appuntamento e mi trovai da subito a mio agio sia col mondo di set, che con il suo fantastico staff!

Che ruolo rivesti?
Sono la fotografa di scena: mi occupo di scattare immagini direttamente sul set del film . Le foto possono essere fatte durante le riprese, mentre gli attori recitano, oppure dietro le quinte. In genere, non faccio posare gli attori o i membri dell’intero staff, ma appena “acchiappo” una posa spontanea che può allo stesso tempo definirsi perfetta, scatto una serie di foto, scelgo la migliore e il risultato è meraviglioso!

Che rapporto intercorre tra il direttore della fotografia (DOP) e il fotografo di scena, cioè tu?
Il direttore della fotografia nasce di solito come fotografo o, meglio, come operatore di ripresa, dietro una telecamera o una cinepresa. Opera in stretta collaborazione con il regista. Punto di partenza della sua attività è lo studio della sceneggiatura al fine di “raccontare per immagini”, seguendo le scelte stilistiche definite con il regista: composizione dell'inquadratura, piano/campo di ripresa, movimenti di macchina, illuminazione, esposizione della pellicola (apertura del diaframma). Lavora più a stretto contatto con il regista, mentre io mi muovo più dietro alle quinte, vicino a tutte le figure che popolano l’universo del set. Tuttavia tra me e il DOP c’è una buona intesa: spesse volte mi consiglia qualche inquadratura buona o mi suggerisce come muovermi.

Come mai hai scelto di dedicarti alla fotografia per il cinema?
Nell’università che ho frequentato ho seguito diversi corsi di Cinema. Lo studio di questa materia ha suscitato in me un forte interesse, tale da auspicare che potessi un giorno avere l’occasione di mettere in pratica ciò che avevo appreso. Pertanto non appena mi si è presentata l’opportunità di collaborare con I Teatrabili, non me lo sono fatto ripetere due volte!

Hai qualche consiglio per un aspirate fotografo di scena?
Beh, non che io sia un perfetto fotografo di scena, ma da questa mia piccola esperienza ho imparato molto: la prima, forse anche la più significativa, è interagire con lo staff. E’ importante che ci sia un clima armonioso, amichevole e familiare, in grado di abbattere i muri creati dall’ imbarazzo.. solo così le foto potranno risultare naturali, semplici e spontanee, senza nessuna traccia di vergogna. Seconda cosa, cercare di non “costruire” le foto, ovvero, evitare di suggerire certe pose, lasciare che gli attori siano liberi nei movimenti, nei gesti e nelle posture. Nemmeno si accorgeranno di essere stati ripresi dalla macchina fotografica, e anche qui, i risultati sono fantastici! Ultima cosa: scattare tante foto e soprattutto prestare attenzione ai dettagli, come per esempio il trucco, i vestiti e gli oggetti. Un bravo fotografo di scena deve riuscire a creare una sorta di memoria esterna che consenta, qualora una scena debba essere girata di nuovo, di ricostruire tutto in ogni minimo dettaglio.

INTERVISTA A MANFREDI PEDONE


Oggi Giulia intervista Manfredi Pedone, protagonista della nostra nuova produzione "Milano Trema Ancora: la giustizia ha le ore contate", per la regia di Franz Rotundo.

IL TRUCCO: MARTINA GIUDICE

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Martina Giudice, leader del team delle truccatrici, si presenta... Mi sono diplomata all'accademia di BCM nel 2013. Fin da piccola amavo il trucco e il mondo del make up, ricordo quando per esempio rubavo i trucchi a mamma e zia...
E la tua formazione professionale? Durante e dopo l'accademia lavoravo per un fotografo di moda che mi ha permesso di fare molta esperienza. Truccavo per sfilate, matrimoni, feste a tema...
E come mai sei passata a lavorare per il cinema? Personalmente mi piace molto il mondo degli effetti speciali e per questo ho colto al volo l'opportunità di collaborare con I Teatrabili. Adoro tutto ciò che riguarda la resa corporea di ferite, abrasioni e in particolare gli effetti che possiamo vedere in film fantascientifici, dove vengono ricreati dei veri e propri volti di creature altre da noi. Penso per esempio a Il Signore degli Anelli....
Se tu e il tuo team di truccatrici foste un elemento di un'orchestra, in quale ti identificheresti? Saremmo dei violini. Il suono di questo strumento mi provoca una certa idea di movimento che associo bene alle sensazioni che un trucco ben fatto può darmi....
Hai qualche truccatrice di riferimento? Senza dubbio Alex Box, una famosissima make up artist inglese nota per aver realizzato particolarissimi progetti teatrali, nonché maschere da porre sul viso in particolari pièce.... in più, anche solo nel mio piccolo, devo dire che anche per Leonardo Giacomo Borgese, mio professore in accademia, nutro una grande stima, adoro i suoi lavori, in particolare il Body Painting. Quello che mi piace del mio lavoro ė l'effetto artistico che il trucco può creare, le altre realtà che è in grado di suggerire, l'aspetto, certamente svilito nel trucco per la moda.

Foto di Micaela Candrilli

L’OGGETTISTICA: GIANCARLO GHEDA

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Certo un oggetto può piacere anche per se stesso,
per la diversità delle sensazioni gradevoli che ci suscita in una percezione armoniosa; ma ben più spesso il piacere che un oggetto ti procura non si trova nell'oggetto per se medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d'immagini care. Né noi lo percepiamo più qual esso è, ma così, quasi animato dalle immagini che suscita in noi o che le nostre abitudini vi associano. Nell'oggetto, insomma, noi amiamo quel che vi mettiamo di noi, l'accordo, l'armonia che stabiliamo tra esso e noi,
l'anima che esso acquista per noi soltanto e che è formata dai nostri ricordi.

(Luigi Pirandello)

Giovanni Gheda, Giancarlo per gli amici. Quando sei entrato a far parte dei Teatrabili? Dicono di te che tu sia un membro storico...
Esatto, sono entrato nel lontano 1992, per puro caso. La mia morosa del momento recitava qui e allora io decisi di scendere in strada con loro. Iniziai così, facendo quello di cui c'era bisogno: reggere il microfono, controllare le cose, piccole cose insomma...

E ora?
Ora sono il responsabile dell'oggettistica.

Cioè?
Il mio compito ė quello di reperire tutto il necessario a creare una scenografia appropriata, tutti quei singoli oggetti ai quali magari non facciamo caso quando guardiamo un film perché siamo abituati a vederli in quel posto in quel momento, ma che sono fondamentali per conferire realtà e credibilità a una certa scena. Mi occupo di procurare, ordinare e adoperare gli oggetti presenti sulla scena in base alle indicazioni del copione e del regista. Inoltre....ho anche avuto un piccolo ruolo in Milano Trema Ancora.

Che ruolo?
Sarò Andrea, aiutante del commissario. Spero di riuscire a farlo al meglio, anche perché non ho alcuna esperienza nella recitazione. Sarà una prova con me stesso, mettersi in gioco di nuovo.

Il responsabile dell'oggettistica ė una figura spesso dimenticata ma fondamentale. Ormai sono più di vent'anni che lavori in una troupe cinematografica...se dovessi attribuire alla figura professionale che ricopri uno strumento, quale gli daresti?
Il triangolo. Sceglierei questo strumento così particolare perché sai, con quel sul suono acuto, segna spesso la fine di una musica. E se si è arrivati li significa che tutto ė andato bene ed ė finita per il meglio.

Foto di Micaela Candrilli

IL PRODUTTORE: BRUNO DALLAVALLE

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Chi é Bruno e di cosa si occupa all'interno dei Teatrabili?
Io faccio parte, insieme a Fabrizio ed a Rocco del consiglio direttivo dell’associazione, mentre insieme a Fabrizio sono uno dei produttori esecutivi dei film che vengono prodotti. In pratica rompo le scatole a tutti e pago i conti, non proprio una funzione artistica ma a volte serve una grande immaginazione!

In cosa si articola la produzione di un lungometraggio?
La produzione di un cortometraggio è come un bel puzzle, con un due piccole caratteristiche: potremmo dire che in primis é la foto di un arcobaleno, ma in bianco e nero.. E poi che i pezzi possono cambiare forma all'improvviso

Gioie e dolori della produzione di un film zero budget per un produttore...?
Non hai soldi da spendere e ti devi ingegnare un sacco però quando i risultati sono quelli che abbiamo avuto finora (ed avremo sicuramente con “Milano trema ancora&rdquoWinking è una gran soddisfazione!

Hai qualche produttore di riferimento?
No, sono un autodidatta, al massimo potrei citare Paperone, ma non so se vale.

Se la troupe fosse un'orchestra che strumento credi sarebbe il produttore, in accordo col ruolo professionale che rivesti?
Credo che sarei quello che suona i timpani.

Foto di Micaela Candrilli

FABRIZIO MADDALENA: LA SCENEGGIATURA

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Chi é Fabrizio e di cosa si occupa all'interno dei Teatrabili?
Sono uno dei fondatori, nonché regista e sceneggiatore di buona parte dei lavori prodotti dalla nostra associazione. Recentemente mi sono concentrato più sulla produzione e sto aiutando nuovi talenti ad esordire nel mondo del cinema low budget. Quello che però mi da più soddisfazione al momento è la scrittura, per cui diciamo che mi trovo a mio agio con la creazione di storie per lo schermo.

Qualche consiglio ad un giovane sceneggiatore?
Prima di tutto gli suggerirei di leggere molto. Nell’era di Internet ci sono persone che non leggono più libri e si vantano di acquisire conoscenze solamente tramite la Rete. Non voglio demonizzare Internet che è sicuramente un media imprescindibile, ma leggere indirizza il cervello verso la creatività ed è indispensabile per chi vuole scrivere.
Vorrei poi esortare i futuri sceneggiatori a frequentare il set in modo da capire esattamente le dinamiche con le quali si crea un film. La sceneggiatura è uno scritto tecnico che serve al regista per capire come girare la storia, quindi è importantissimo sapere come si svolge la produzione in modo da tenerne conto nella fase di scrittura.

La sceneggiatura di MTA è stata in qualche modo modificata dal fatto di dovere are i conti con uno zero budget?
Sì, alcune cose sono state modificate ma non te le dirò…alle volte le cose “improvvisate” vengono meglio di quelle programmate: è la magia del cinema!

Hai qualche sceneggiatore di riferimento?
Potrei citarti diversi sceneggiatori che mi piacciono, sia italiani che stranieri, ma i miei riferimenti sono più in relazione ai singoli film. Esistono delle sceneggiature che hanno fatto davvero la storia del cinema e dovrebbero essere un riferimento per chi scrive per lo schermo. Penso, ad esempio, a “Pulp fiction", la cui struttura fu, all’epoca, decisamente innovativa, ma anche a “Io e Annie" di Woody Allen, con quei dialoghi sempre così azzeccati o a “Miracolo a Milano”, nel quale le situazioni surreali ideate da Zavattini hanno fatto scuola. Ma anche “Otto e mezzo”, “I soliti sospetti”, “Novecento” e tanti altri hanno una sceneggiatura degna di essere letta come un romanzo.

Se la troupe fosse un'orchestra...che strumento saresti accordo col ruolo professionale che rivesti?
Se la troupe fosse un'orchestra lo sceneggiatore avrebbe a che fare con le percussioni. È suo il compito di scrivere una storia che possa avere un ritmo e una cadenza tali da non far annoiare lo spettatore, rispettando quanto è contenuto nel soggetto. Le percussioni sono molto tecniche e la sceneggiatura, come abbiamo detto, è fondamentalmente uno scritto tecnico.

Foto di Micaela Candrilli

INTERVISTA A RAFFAELE DI BENNARDO


Oggi Giulia intervista Raffaele Di Bennardo, attore di teatro e storico collaboratore de I Teatrabili, una delle poche persone che può vantare la partecipazione al primo film in assoluto prodotto dall’associazione: “Cinematogramare”.
In “Milano Trema Ancora: la giustizia ha le ore contate” Raffaele recita la parte del Commissario Capo, sempre in contrasto con l’ispettore Piazza...

INTERVISTA A ROCCO ALVARO


Oggi vi presentiamo una gustosa intervista a Rocco Alvaro, attore e sceneggiatore dell’associazione “I Teatrabili-TCV” che si racconta per voi! Buona visione...

INTERVISTA A MARCELLO ARNONE


Ecco un’intervista all’attore Marcello Arnone (Il Padrino parte III, Malizia 2000, La Piovra 9) che ha partecipato alla nostra nuova produzione “Milano trema ancora: la giustizia ha le ore contate”.