FABRIZIO MADDALENA: LA SCENEGGIATURA

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Chi é Fabrizio e di cosa si occupa all'interno dei Teatrabili?
Sono uno dei fondatori, nonché regista e sceneggiatore di buona parte dei lavori prodotti dalla nostra associazione. Recentemente mi sono concentrato più sulla produzione e sto aiutando nuovi talenti ad esordire nel mondo del cinema low budget. Quello che però mi da più soddisfazione al momento è la scrittura, per cui diciamo che mi trovo a mio agio con la creazione di storie per lo schermo.

Qualche consiglio ad un giovane sceneggiatore?
Prima di tutto gli suggerirei di leggere molto. Nell’era di Internet ci sono persone che non leggono più libri e si vantano di acquisire conoscenze solamente tramite la Rete. Non voglio demonizzare Internet che è sicuramente un media imprescindibile, ma leggere indirizza il cervello verso la creatività ed è indispensabile per chi vuole scrivere.
Vorrei poi esortare i futuri sceneggiatori a frequentare il set in modo da capire esattamente le dinamiche con le quali si crea un film. La sceneggiatura è uno scritto tecnico che serve al regista per capire come girare la storia, quindi è importantissimo sapere come si svolge la produzione in modo da tenerne conto nella fase di scrittura.

La sceneggiatura di MTA è stata in qualche modo modificata dal fatto di dovere are i conti con uno zero budget?
Sì, alcune cose sono state modificate ma non te le dirò…alle volte le cose “improvvisate” vengono meglio di quelle programmate: è la magia del cinema!

Hai qualche sceneggiatore di riferimento?
Potrei citarti diversi sceneggiatori che mi piacciono, sia italiani che stranieri, ma i miei riferimenti sono più in relazione ai singoli film. Esistono delle sceneggiature che hanno fatto davvero la storia del cinema e dovrebbero essere un riferimento per chi scrive per lo schermo. Penso, ad esempio, a “Pulp fiction", la cui struttura fu, all’epoca, decisamente innovativa, ma anche a “Io e Annie" di Woody Allen, con quei dialoghi sempre così azzeccati o a “Miracolo a Milano”, nel quale le situazioni surreali ideate da Zavattini hanno fatto scuola. Ma anche “Otto e mezzo”, “I soliti sospetti”, “Novecento” e tanti altri hanno una sceneggiatura degna di essere letta come un romanzo.

Se la troupe fosse un'orchestra...che strumento saresti accordo col ruolo professionale che rivesti?
Se la troupe fosse un'orchestra lo sceneggiatore avrebbe a che fare con le percussioni. È suo il compito di scrivere una storia che possa avere un ritmo e una cadenza tali da non far annoiare lo spettatore, rispettando quanto è contenuto nel soggetto. Le percussioni sono molto tecniche e la sceneggiatura, come abbiamo detto, è fondamentalmente uno scritto tecnico.

Foto di Micaela Candrilli